La forchetta da dolce ha tre rebbi uno dei quali è più largo e si usa come una specie di"coltello" che affonda nello spicchio di torta. A guardarla bene si nota che è una posata concepita per i destri, infatti impugnandola con la sinistra il dente largo finisce in alto e non cala più “a mannaia” sul dolce. Si sa che un tempo la sinistra era detta "la mano del diavolo" e i mancini fin da piccoli venivano costretti ad usare la mano destra per scrivere e per mangiare. In tempi più moderni la forchetta da dolce è stata riprogettata e sfoggia tre denti esattamente uguali andando bene sa per chi e destro che per chi è sinistro. La forchetta da dolce ha le stesse dimensioni di quella da frutta che però di denti ne ha quattro. Conviene sempre far caso alla quantità di denti perché il complicato galateo della tavola vieta SEVERAMENTE di poggiare vicino al piattino da dessert del vostro ospite la posata sbagliata. Pena il pubblico ludibrio!
Se però il dessert è una torta delle nostre c'è un codicillo – una di quelle cosine scritte in piccolo, che nessuno nota mai - che vi permette di gustarvela con qualunque forchetta. Anche col cucchiaio. O magari con le mani, in casi estremi. Se la torta è una delle nostre anche i più ortodossi diventeranno sordi alle regole del bon ton, e sorvolando sulla rigida etichetta che vieta tutto ciò che è divertente, si abbufferanno beati.… Sapevate ad esempio che il galateo impone di sporzionare il dolce a fette minuscole?... Un vero sabotaggio alla felicità. Soprattutto se la torta è una delle nostre.
Nella foto: wedding cake americana con copertura e decoro in pasta di zucchero.