Pellegrino Artusi apriva la ricetta 181, quella delle frittelle di tondone, scrivendo: “Se non sapete cosa sia un tondone chiedetelo a Stenterello che ne mangia spesso perché gli piace”. Stenterello è la maschera nostrana, il povero in canna che, nel rovesciamento totale delle regole del mondo che avveniva a Carnevale, diventava per l’immaginario popolare un antieroe capace di auto-ironia, con la risposta pronta, irriverente ma mai volgare, arguto, sfortunato, beone, donnaiolo e mingherlino, come si dice fosse il suo creatore, l’attore fiorentino Luigi Del Buono, vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’800. Del Buono fece della sua vita un Carnevale continuo, abbandonò infatti il “serio” mestiere di orologiaio per dedicare la propria vita alla commedia, identificandosi totalmente con la maschera segaligna che aveva inventato.
In fondo alla pagina, in corsivo, riportiamo fedelmente la ricetta delle frittelle Artusiane. Se poi siete fra quelli che non vogliono o no possono mettersi alla prova in cucina, vi mostriamo le foto delle FRITTELLE DI RISO di Donna Rosalba, delle sublimi BIGNE' DI SAN GIUSEPPE traboccanti di chantilly, dei CENCI, delle CHIACCHIERE, e della SCHIACCIATA FIORENTINA gigliata, preparata da Fabio anche in versione MONOPORZIONE. Tutto fresco, tutti giorni e senza dover spentolare!
Frittelle di tondone
Farina, grammi 250. Uova, n. 6. Acqua, decilitri 3. Un pizzico di sale. Odore di scorza di limone.
Stemperate la farina con la detta acqua versata a poco per volta e salatela. Gettate questo intriso in padella per cuocerlo in bianco con burro, olio o lardo e quando è assodato da una parte voltatelo con un piatto dall’altra, ed eccovi il tondone.
Ora pestatelo nel mortaio con l’odore suddetto e rammorbiditelo con le uova: due a un tratto, le altre quattro una alla volta con le chiare montate, lavorando molto il composto. Friggetelo a cucchiaiate per ottener le frittelle che, gonfiando molto, prendono l’aspetto di bombe. Spolverizzatele di zucchero a velo.
Al composto potete unire, piacendovi, grammi 100 di uva malaga, ma allora questa tenetela prima in molle per ventiquattr’ore nell’acqua fresca e dopo toglietele i semi. Potranno bastare per sei persone, o per quattro se fate la metà della dose.