Il mattone non è un dolce minimal. E non è light, lo dice il nome. Ma negli anni sessanta, quando lui spopolava, nessuno aveva desiderio che i dolci fossero light. C’era necessità di nutrirsi il più possibile spendendo il minimo, perché l’Italia, anche se viveva il boom economico, non era poi cosi ricca e spensierata come voleva far credere; la gente aveva ancora ricordi vivissimi della fame portata dalla guerra e dei sacrifici della faticosa ricostruzione, il cibo perciò doveva essere rotondo, soddisfacente, rassicurante. E un dolce doveva essere un dolce punto e basta.
Opulento e sostanzioso, il mattone castellano è stato la colazione e la merenda di così tante persone, che la memoria delle papille gustative – potente quanto e più di quella olfattiva – ha fatto di questa delizia un evergreen che non è mai uscito di scena. Certo a tratti è diventato magari un po’ demodé, ma non ha perso né l’aplomb né lo smalto.