LEGGERECONTORTE: NERO DI MAGGIO di LEONARDO GORI
21 Settembre 2018

Ora basta. 

Definire Bruno Arcieri un personaggio seriale è freddo, è limitante e lo riduce a una figura di carta che risponde a precise regole di regia. Invece Arcieri ha un respiro umano che lo sa far diventare reale, quasi un conoscente del lettore. Il capitano Arcieri di NERO DI MAGGIO si presenta al pubblico con la sua naturale eleganza, quel fascino un tantino ombroso, il piglio autocritico dell’intelligente e dell’innamorato. E non cambierà mai. Si evolverà, però - proprio come facciamo noi che viviamo fuori dai libri - grazie alla capacità naturalistica della scrittura di LEONARDO GORI, suo padre.
NERO DI MAGGIO è la prima indagine di Arcieri: siamo nel 1938 e Firenze aspetta la visita di Hitler e Mussolini. Il nostro giovane Bruno, il fascismo lo soffre poco: ci ragiona sopra e lo esamina ma lo trova sempre invariabilmente antipatico. Come tutti gli uomini, nonostante la sua intelligenza, non è in grado di leggere chiaramente nel presente storico del suo paese, ma gli basterà allontanarsi di poco e guardare le cose in prospettiva per presagire la catastrofe incombente.
Leggete questo giallo sbocconcellando la regina color giallo-uovo della tradizione: la soffice schiacciata fiorentina - magari farcita - che si preparava fino a primavera, quando il tempo mite rendeva iperattive le galline e c’erano le ultime scorte di lardo da consumare.
NERO DI MAGGIO di LEONARDO GORI – TEA
In copertina un acquarello di Francesco Chiacchio, in appendice il racconto di Leonardo Gori "FARFALLE DI MAGGIO"

                                             LEGGERECONTORTE: stilografica e sac à poche